Toscana: commercio, via libera alla nuova legge


La Toscana si appresta ad approvare il nuovo codice del commercio. La proposta di legge è stata licenziata a maggioranza in commissione Sviluppo economico e disciplina l’intera materia del commercio, individuando in due settori merceologici, alimentare e non, gli ambiti nei quali può essere esercitata l’attività commerciale, sia all’ingrosso che al dettaglio, e includendo anche le manifestazioni fieristico-espositive. In particolare, il nuovo codice introduce alcune innovazioni come l’obbligo di applicazione dei contratti collettivi di lavoro nazionali; sul commercio in sede fissa, per le medie e grandi strutture di vendita si prevede l’insediabilità solo in aree per commercio al dettaglio, con l’obbligo di contestualità tra autorizzazione amministrativa e titolo abilitativo edilizio; per le grandi strutture, invece, la decisione è demandata alle valutazioni di sostenibilità. Si introduce la disciplina dei temporary store, intesi come esercizi di vicinato per attività di vendita, dalla durata non superiore a 90 giorni, anche effettuate da aziende di produzione di beni interessate alla vendita diretta dal produttore al consumatore e alla promozione del proprio marchio, anche in occasione di eventi particolari e per la medesima durata dell’evento. Sulla qualificazione e valorizzazione dei luoghi del commercio: si delineano percorsi di promozione e sostegno della rete commerciale in aree comunali o di particolare interesse per valore e pregio o, viceversa, per fragilità commerciale o degrado urbano. Si concede ai comuni la possibilità di intervenire su queste aree con percorsi di rigenerazione urbana o programmi di qualificazione della rete commerciale. Ai Comuni è data anche la possibilità di prevedere esenzioni o riduzioni dei costi dei servizi e della fiscalità.  Per la somministrazione di alimenti e bevande: si disciplina la somministrazione temporanea durante sagre, fiere, manifestazioni a carattere religioso, culturale, tradizionale, politico, sindacale, sportivo o di eventi locali straordinari, sottoponendola a SCIA, vietando che l’attività possa essere affidata in gestione a soggetti diversi dagli organizzatori. Definite le sagre come manifestazioni per la promozione delle tradizioni enogastronomiche regionali e dei prodotti alimentari tipici, nelle quali si privilegiano la stagionalità e la filiera corta dei prodotti, si prevede la possibilità, per i Comuni, di promuovere la collaborazione tra organizzatori e imprese del territorio. Relativamente al commercio su aree pubbliche si introduce l’obbligo, per il Comune, di utilizzare procedure di evidenza pubblica per individuare i soggetti cui affidare l’organizzazione e la gestione di mercati, fiere o fiere promozionali. Per le attività economiche che si svolgono su area pubblica si prevede un’apposita disciplina per le attività commerciali, quali edicole, chioschi e simili, che si svolgono su area pubblica previa concessione comunale.